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Capsulite adesiva della spalla

LA CAPSULITE DELLA SPALLA

La capsulite retraente, o capsulite adesiva, è una patologia infiammatoria che colpisce la capsula articolare della spalla. Si presenta con dolore e progressiva limitazione dell'ampiezza articolare.

E’ conosciuta anche con il nome di “spalla congelata” (frozen shoulder), termine coniato da Codman nel 1934. Oggi questo termine viene utilizzato solo per descrivere la fase finale della malattia.

- cos'è? -

La capsula articolare riveste e circonda l’articolazione come la manica di una maglia avvolge la spalla. Per ovvi motivi la manica, e quindi la capsula, deve essere elastica in modo da permettere l’ampia escursione articolare della spalla.

I termini retraente e adesiva descrivono bene la dinamica del problema: quando infiammata la capsula si retrae limitando l’ escursione articolare della spalla che diventa “rigida”, come le fosse stata cucita una manica troppo stretta.

L’entità della retrazione viene dimostrata da una drastica riduzione del liquido all'interno della camera articolare che fisiologicamente è di circa 30 ml, nella capsulite può arrivare a 7 ml.

Sono distinguibili diverse fasi. Inizialmente l’ infiammazione porta a un dolore mal identificabile e prevalentemente notturno, la spalla è ancora libera di muoversi completamente in tutti i piani (fase pre-adesiva). Con il passare del tempo il dolore diventa più intenso, si formano le prime aderenze e questo si associa alla perdita di alcuni gradi di movimento. Con l’aumentare della rigidità si riduce il dolore, ma si accentua in maniera significativa la limitazione del movimento (fase di maturazione). L’ultima fase (spalla congelata) è caratterizzata da una grave rigidità della spalla e dalla scomparsa del dolore a riposo. Muovendo il braccio di pochi gradi il paziente non ha dolore, tentando di andare oltre compare un dolore intenso.

Sono più colpite le donne tra i 40 e i 60 anni, le persone sedentarie, i cardiopatici, i pazienti in trattamento per neoplasie della mammella e con disfunzioni della tiroide.

Nei soggetti diabetici il rischio di sviluppare la patologia è maggiore, e i risultati che si ottengono con il trattamento sono in genere meno soddisfacenti.

- Diagnosi -

la diagnosi di capsulite adesiva si effettua con un’approfondita visita clinica.

Radiografie e RMN sono utili per escludere altre cause di dolore. Alcuni autori sostengono che con la RMN (specialmente con contrasto) sono identificabili segni di patologia quali la riduzione del volume articolare o l’ispessimento della capsula.

- Cosa fare? -

Il trattamento dipende dalla fase clinica della capsulite.

In ogni fase risulta fondamentale che il fisioterapista esegua manovre passive di mobilizzazione, non traumatiche e sotto soglia del dolore, per un graduale recupero dell’articolarità; se queste sono eseguite in maniera troppo intensa e causano forte dolore, l’infiammazione capsulare aumenta e la capsulite peggiora.

Al trattamento fisioterapico si può associare quello farmacologico. L’utilizzo del cortisone (in compresse o somministrato attraverso infiltrazioni intraarticolari) può ridurre l’ infiammazione e velocizzare il processo di recupero.

Nelle prime fasi del trattamento il cortisone aiuta a ridurre il dolore, ma a lungo termine non modifica i risultati.

In alcuni centri viene consigliata la mobilizzazione in narcosi. Questa tecnica prevede manovre esterne effettuate dopo anestesia locale o regionale con l'obiettivo di “rompere le aderenze” che irrigidiscono la spalla. La tecnica non è scevra da complicanze: frattura dell’omero o della glena, lesioni condrali o lesioni tendinee.

Nelle capsuliti che non rispondono al trattamento fisioterapico è indicata la chirurgia.

L’intervento viene eseguito In artroscopia, utilizzando strumenti di 4 mm di diametro. Sotto controllo visivo della telecamera si effettua un relase capsulare “liberando” la spalla, con l’obiettivo di ottenere un’articolarità completa nell’immediato post-operatorio. Seguirà poi un percorso riabilitativo intensivo per mantenere l’articolarità ed evitare retrazioni cicatriziali della capsula.

Nella foto: nel pre-operatorio si apprezza quanto fosse ridotta l’articolarità prima dell’intervento chirurgico. Il paziente non riusciva a portare la mano dietro la testa.

Nel post-operatorio: il completo recupero dell’articolarità il giorno stesso dell’intervento chirurgico artroscopico. Ora il paziente dovrà eseguire esercizi giornalmente per mantenere la mobilità raggiunta.

Fonti:

A.Neviaser, R.Neviaser. Adhesive Capsulitis of the shoulder. J Am Acad Orthop Surg. 2011. 19:536-542

CM.Sofka, GA.Ciavarra, JA. Hannafin, FA. Cordasco, HG. Potter. Magnetic resonance imaging of adhesive capsulitis: correlation with clinical staging. HSS J. 2008. 4(2):164-169

R.Buchbinder, S.Green, JM.Youd, RV.Johnston. Oral steroids for adhesive capsulitis (review). Cochrane Database Syst Rev. 2009

MJ.Page, S.Green, S.Kramer, RV.Johnston, B.McBain, M.Chau, R.Buchbinder. Manual therapy and exercise for adhesive capsulitis (frozen shoulder)(Review). Chocrane Database Syst Rev. 2014

M.Loew, Heichel TO, Lehner B. Intraarticular lesions in primary frozen shoulder after manipulation under general anesthesia. J Shoulder Elbow Surg. 2005. 14(1):16-21

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